Negli edifici si assiste oggi a un ritorno di attualità dell’elettricità come vettore energetico in varie modalità. L'impiego di pompe di calore ad alimentazione elettrica come generatori termici per la climatizzazione degli ambienti sta conoscendo un crescente successo: solo nel 2017 in Italia il mercato si è attestato a 2,1 mld. di Euro. Ciò è favorito da più fattori concomitanti come la necessità di applicazioni combinate di riscaldamento e raffrescamento, la diffusione dei sistemi idronici di riscaldamento e raffrescamento a bassa temperatura, la produzione elettrica distribuita mediante impianti fotovoltaici di piccola taglia o l’apparire sul mercato di soluzioni scalabili per lo storage elettrico. Elettricità non significa tuttavia solo consumo di energia, ma anche possibilità di generazione distribuita.
Dapprima grazie a uno schema d’incentivazione e poi grazie alla riduzione dei costi della componentistica, sempre più abitazioni sono state equipaggiate con un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. In questo modo, ci si trova di fronte non più a un semplice consumatore, ma a un nuovo profilo di utente che è al tempo stesso produttore e consumatore di energia: da qui appunto il termine contemporaneo di “prosumer". In questi edifici è naturale che si desideri sfruttare il più possibile l’apporto solare gratuito al posto del prelievo a pagamento dalla rete elettrica, fatto che si accentuerà con la diffusione futura di funzioni domotiche di controllo e gestione e della capacità di storage locale.
Anche in questo caso, diventa utile misurare separatamente gli apporti gratuiti di energia, provenienti dall'impianto fotovoltaico, e quelli a pagamento, prelevati dalla rete elettrica. Presto in molti edifici saranno presenti le postazioni di ricarica per i veicoli elettrici. Da un lato, si tratta di un’esigenza trainata dal mercato automobilistico che sta proponendo sempre più soluzioni a trazione elettrica; dall'altro, è un orientamento espresso chiaramente dall'Unione Europea nella più recente revisione della direttiva EPBD. Allo stesso tempo, medie municipalità e grandi e aree metropolitane annunciano limitazioni di accesso ai centri cittadini per le autovetture mosse dal gasolio.
Postazioni di ricarica per i veicoli elettrici: che cosa prevede la Direttiva 2018/844/UE (revisione EPBD)*
“Per quanto riguarda gli edifici non residenziali di nuova costruzione e gli edifici non residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti, con più di dieci posti auto, gli Stati membri provvedono all'installazione di almeno un punto di ricarica […] e di infrastrutture di canalizzazione, vale a dire condotti per cavi elettrici, per almeno un posto auto su cinque, per consentire in una fase successiva di installare punti di ricarica per veicoli elettrici" (Art. 8, punto 2.)
“Gli Stati membri stabiliscono requisiti per l’installazione di un numero minimo di punti di ricarica per tutti gli edifici non residenziali con più di venti posti auto entro il 1º gennaio 2025" (Art. 8, punto 3.)
“Per quanto riguarda gli edifici residenziali di nuova costruzione e gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti con più di dieci posti auto, gli Stati membri assicurano […] l’installazione, in ogni posto auto, di infrastrutture di canalizzazione, segnatamente condotti per cavi elettrici, per consentire l’installazione in una fase successiva di punti di ricarica per i veicoli elettrici". (Art. 8, punto 5.)
DIRETTIVA (UE) 2018/844 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica. Per approfondimenti sulla direttiva