Gli italiani amano la smart home, visto che tra gennaio e giugno di quest’anno «le vendite di dispositivi smart nel nostro Paese sono cresciute del 5% a unità e del 9% a valore. Il trend è ancora più positivo (+25% a valore) se si escludono dal conteggio le Smart TV, che sono di gran lunga il prodotto connesso più venduto in questo momento». Lo dice l’indagine di Gfk, società attiva nel settore delle ricerche sociali e di mercato, presentata a Berlino in occasione della recente fiera sull'elettronica IFA. Il mercato cresce, dunque. In particolare, va forte il «Grande Elettrodomestico connesso (+39% a valore) e i dispositivi per la domotica e la sicurezza (+27%)». Ma crescono anche «i segmenti del Piccolo Elettrodomestico (+8%) e dell’Home Entertainment (+5%). Ed in ascesa ci sono anche «le lavatrici, gli Audio Home System (che comprendono anche gli Assistenti Vocali), le lampadine LED e i sistemi di climatizzazione (termostati e aria condizionata)», spiega Gfk.
Buone notizie, insomma, a conferma che gli italiani nutrono una forte passione per l’elettronica, specie per quella di nuova generazione. Ed una buona notizia, in fondo, è che Gfk giudica il mercato della smart home «ancora in uno stadio embrionale». Ciò significa che lo spazio per crescere è grande, tenendo conto che in mercati più sviluppati come Germania, Gran Bretagna e Francia il giro d’affari nei primi mesi del 2018 è arrivato a 5,4 miliardi di euro. Qual è il gap che ci separa? Essenzialmente culturale, spiega Gfk. «Alla domanda “quale sarà la tecnologia veramente in grado di cambiare la nostra vita”, la smart home viene citata solo dal 28% degli italiani, dietro a tecnologie più note come il Mobile Payment, le Stampanti 3D e i Wearable». Se solo il 5% degli italiani pensa, infatti, di conoscere le tecnologie smart home (in Cina la percentuale sale al 25, negli Stati Uniti al 22), le prospettive di crescita del mercato appaiono interessanti perché «circa il 35% degli italiani dichiara di voler acquistare almeno un dispositivo smart nei prossimi 2 anni».
C’è del lavoro da fare per favorire lo sviluppo della smart home, come indica l’indagine di Gfk. Primo fra tutti la rimozione di non trascurabili ostacoli come «la percezione di un costo elevato, la scarsa conoscenza dei prodotti, i problemi legati alla stabilità della connessione internet (e senza connessione non c’è smart che tenga!) e la compatibilità tra i device di marche diverse».
Scritto da Smart Building Italia il 7 Set 2018